sabato 16 marzo 2013

Andiamo conoscere 2 miti del motociclismo Italiano... 24 febbraio 2013

Domenica 24 febbraio 2013 decidiamo di andare fuori porta per una gitarella con un po' di amici Smanettoni e, viste le ancora rigide temperature ed il maltempo, partiamo in macchina:
L'idea era quella di dirigersi a Cornuda di Treviso nello store per motociclisti Valeri Sport e di conoscere due Grandi del motociclismo italiano:
Giacomo Agostini...
...primogenito di tre fratelli, Giacomo Agostini nacque in un ospedale di Brescia dove la madre Maria Vittoria era stata prudenzialmente ricoverata in previsione di un parto difficoltoso. Il padre Aurelio svolgeva le funzioni di messo del Comune di Lovere, ove la famiglia risiedeva, contemporaneamente gestendo una torbiera di sua proprietà. In quegli anni, nascere in ospedale era un evento eccezionale e Giacomo si è sempre ritenuto ed è sempre stato considerato da tutti, compresa la stampa, come nativo di Lovere, tanto che il dato viene spesso riportato erroneamente anche da alcune biografie.
Sin da bambino venne fortemente attratto dal mondo dei motori, ma fu costretto a limitare i suoi primi impegni agonistici nell'ambito di gare clandestinamente organizzate da ragazzini, in sella all'"Aquilotto" di famiglia, sulle strade sterrate e tortuose che costeggiavano il Lago d'Iseo, o nelle locali gare di gimcana, a causa della ferma contrarietà del padre verso l'insicura, in tutti i sensi, carriera di pilota. Il primo contatto con la moto l'aveva avuto a nove anni, quando decise di "rubare" il "Galletto" di papà per compiere qualche giro in paese. Giunto nella piazza, cadde rovinosamente a terra appena dopo aver fermato il veicolo, non avendo prevista l'impossibilità di toccare terra con i piedi, determinata dall'ancora insufficiente statura. Con l'"Aquilotto", però, era un vero "mago" e riusciva regolarmente a battere gli specialisti della provincia nelle gimcane organizzate in occasione delle sagre paesane. Riuscì anche a farsi regalare una Parilla da fuoristrada, ma il neo-istituito Trofeo Nazionale Gincane, riservato agli iscritti FIM, gli precluse la partecipazione alle competizioni più importanti.
Compiuti i 18 anni, età minima allora prevista in Italia per l'iscrizione alle gare ufficiali, previa autorizzazione paterna, l'insistenza di Giacomo cominciò a farsi pressante. Il padre, forse temendo d'essere troppo severo, si consultò con l'anziano notaio di famiglia, per sentirne il parere in merito al proprio timore che la motocicletta fosse troppo pericolosa o potesse distrarre il figlio dallo studio. L'austero notaio che era notoriamente saggio, ma anche discretamente sordo, intese "bicicletta" al posto di "motocicletta", e sentenziò: «Dai Aurelio, firma. Fagli fare dello sport. Lo sport fa bene, soprattutto ai giovani. Li tiene lontani da altre distrazioni, altri pericoli.»
Fu grazie a questo piccola "commedia degli equivoci" che Giacomo Agostini, nel 1961, riuscì ad avere la moto dei sogni suoi e di buona parte dei suoi coetanei: una Morini 175 Settebello.
Anche l'acquisto della moto, però, non fu privo di ostacoli. In primo luogo per il fatto che il padre gli diede il permesso di acquistarla, ma non il denaro per farlo. Inizialmente Giacomo aveva scelto la MotoBi 175, ordinandola direttamente alla Casa pesarese, in quanto veniva fornita, su richiesta, già dotata di freni, gomme, cambio e carburatore adatti alle competizioni. Ma le settimane e i mesi passavano senza che la moto venisse consegnata e, nel timore di perdere l'inizio della stagione sportiva, Giacomo si recò presso la concessionaria Rovaris di Bergamo, acquistando un "Settebello" da strada, al prezzo di Lire 500.000, da pagarsi in 30 rate mensili.
La scelta della cilindrata era determinata dal fatto che la classe 175 era la maggiore prevista nei Campionati juniores di velocità dell'epoca. Le rate della moto vennero onorate con i premi gara e, soprattutto, con le scommesse vinte nelle sfide motociclistiche sulla costiera del Lago d'Iseo.
Alcuni biografi ipotizzano che se Agostini avesse iniziato prima a gareggiare, per poi debuttare nel Motomondiale a diciassette anni, come Angel Nieto, avrebbe potuto raggiungere risultati ancora maggiori. Altri, all'opposto, sostengono che l'approccio più maturo al mondo delle corse, consentì al pilota di unire il grande talento di guida ad una razionale concretezza tattica, che costituirono il necessario presupposto per gli strabilianti risultati ottenuti;
e... Marco Lucchinelli...
...il quale esordì nel 1974 con una Aermacchi 250 nella cronoscalata Saline di Volterra-Volterra. Nel 1975 Roberto Gallina gli fece provare sul circuito del Mugello una Laverda 1000 a tre cilindri categoria Endurance: cadde quasi subito rompendosi il naso, ma i risultati ottenuti lo convinsero ad iscriversi sia al campionato nazionale che nel motomondiale classe 350 utilizzando una Yamaha.
Nello stesso anno partecipò ad altre prestigiose gare, tra cui le "24 Ore" del Montjuich (una delle più combattute edizioni di sempre), di Spa-Francorchamps e di Le Mans e la 1000 km del Mugello, dimostrando un grande talento nel guidare sulla pista bagnata, caratteristica che non perderà mai. Nel 1976 Gallina lo affiancò ad Armando Toracca, ex MV Agusta, su una Suzuki in 500. Contrariamente a Toracca, Lucchinelli ottenne buoni risultati, classificandosi quarto in classifica generale dopo due secondi, un terzo ed un quarto posto.
Soprannominato "cavallo pazzo", il suo stile spericolato attirava nei circuiti una grande quantità di pubblico, anche se le cadute, frequenti e spesso dolorose, gli impedivano di portare a termine molte gare. Molto abile nell'adattarsi a moto e circuiti nuovi (per questo, nonostante il suo basso numero di vittorie, viene incluso tra i grandi del motociclismo), per molto tempo preferì gareggiare affidandosi a squadre private piuttosto che "ufficiali": nella stagione 1977 fu coinvolto nella fallimentare (poiché terminò i soldi a metà anno) esperienza del Life Helmets Racing Team, mentre l'anno successivo corse con una Bimota-Yamaha 350, delle Suzuki RG 500 sponsorizzate dalla Cagiva e una Yamaha TZ 750.
Anche nel 1979 (anno in cui correva da privato, sempre con una Suzuki RG) non ottenne risultati di rilievo e al termine del campionato raggranellò solo 11 punti in classifica. L'anno seguente, ritornato nelle fila del Team Gallina, colse il suo primo successo mondiale nel Gran Premio di Germania al Nordschleife. Lucchinelli con il suo giro veloce 8:22.2 detiene il record motociclistico della pista da 22835 m che non può essere battuto visto che dall'anno successivo la pista venne portata a 20832 m (in questa configurazione il record è 7:49.71 di Helmut Dähne nel 1993). Chiuse la stagione al terzo posto con 59 punti dietro Kenny Roberts e Randy Mamola. Nel 1981 vinse il mondiale dominando la scena grazie a cinque vittorie (Francia, Olanda, Belgio, San Marino e Finlandia) e 105 punti complessivi.
Sempre negli stessi anni si aggiudicò anche due titoli nel Campionato Italiano Velocità, sia nel 1980 che nel 1981, sempre in 500.
Dal carattere gioviale ed amichevole, Lucchinelli fu il primo motociclista a cantare al Festival di Sanremo (nell'edizione 1982) e il primo a sperimentare le saponette battezzate "istrice", con gli aculei di gomma sulle ginocchia della tuta. Nel 1982 passò alla Honda, che all'epoca era tecnicamente inferiore alla Suzuki, e il 2 maggio dello stesso anno, mentre stava lottando per la prima posizione con Franco Uncini, cadde a 220 km/h rischiando di uccidere alcuni spettatori: uscì quasi illeso dall'incidente (frattura dello scafoide della mano e contusioni al piede), ma la paura suscitata gli frenò la carriera.
Come disse qualche giornalista dell'epoca, da quel momento Marco "non fu più un pilota speciale" e dovette accontentarsi sia con la Honda che con la Cagiva (scuderia in cui era tornato nel 1984 e con la quale chiuse la sua avventura nel motomondiale nel 1986) di finire in zona punti senza più riuscire a lottare seriamente per la vittoria. Tuttavia non si ritirò: Lucchinelli ottenne nel 1987 la vittoria della Battle of the Twins a Daytona in sella a una Ducati 851 e nel 1988 corse il Campionato mondiale Superbike ancora in sella a una Ducati, con la quale ottenne due vittorie e di cui divenne qualche tempo dopo team manager. Da team manager vinse un titolo nel 1990 con Raymond Roche.
Le sue ultime gare in moto risalgono al 1995, quando corse il Campionato Europeo Supersport con una Ducati 748, finendolo al 12º posto.
Ritiratosi definitivamente dalle competizioni, continua a frequentare il mondo del motociclismo in qualità di commentatore televisivo dei Gran Premi per Eurosport. Nel 2007 è diventato uno degli ospiti fissi del programma Fuorigiri su Italia 1, in onda dopo le gare della MotoGP.


Ore 14: arriviamo a destinazione e subito nell'atrio dello store troviamo due moto da urlo:
la Ducati 1199 Panigale Italia...
 ... la splendida Ducati Desmosedici,moto stradale derivata dalle motoGp...

...ed il triciclo da speedway con i quali si cimentano dei pazzi scatenati in discese furiose.
Aspettando l'arrivo dei "big" ci addentriamo all'interno del negozio:
Enzo scruta i caschi,
Consuelo prova i nuovi arrivi  primavera-estate :-) ,
chi guarda gli stivali...
...chi li prova direttamente senza preoccuparsi di chi poi dovra' pagare!! ...
 
... ed il sottoscritto che deve sacrificarsi con la cassiera ... HAHAHA.

Puntualissimo arriva marco Lucchinelli:
 
subito gli "scrocchiamo" foto ...



...e autografi.
Invece, con un po' di ritardo causa incomprensione con il navigatore :-), arriva anche Giacomo Agostini...
...e, senza farci tanto pregare, ci "catapultiamo" a conoscere anche questa fantastica persona e pilota autografando maglie e berretto;
 

e naturalmente, ...foto di gruppo!


Lo intratteniamo poco in quanto, all'interno dello store, tutti lo attendevano per un'intervista assieme a Lucchi senza far mancare molta autoironia e ricordi dell'epoca
 
Nel frattempo, le mie donne, si mettono a caccia di un altro personaggio che gironzolava nei dintorni: questo ragazzo e' Patrik Gobbo, campione del mondo con la Ferrari Challenge

 

                                                                      
 

Mah, Paolo ,che cosa mai gli avra' consigliato per la prossima stagione, visto che ridono così di gusto?
Ve lo svelo io: " ti presto il motore della mia Ducati Monster, così anche il prossimo anno vincerai di sicuro!"
Vincera' davvero? HAHAHAHA

Come al solito ringrazio tutti i partecipanti e compagni di questa meravigliosa avventura rinnovando l'invito anche il prossimo anno con ulteriori novita'!

CURIOSITA'
Valeri Sport Treviso









1 commento:

NOI ha detto...

Grazie mille a tutti, mi sono divertito un casino!